Il trickster dentro ognuno di noi

IL FILM

Everything Everywhere All at Once (Everything Everywhere All at Once, 2022) di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

DIFFICOLTA’

LA DOMANDA

Perché Joy/Jobu Tupaki è un trickster perfetto?

COSA IMPARIAMO

Riconoscere i caratteri del trickster.

Attenzione SPOILER

TRAMA:

La storia ruota attorno a Evelyn Wang (interpretata da Michelle Yeoh), una donna cinese-americana che gestisce una lavanderia a gettoni con il marito Waymond (Ke Huy Quan) e che vive una vita stressante e apparentemente senza significato.
Evelyn si trova ad affrontare una serie di difficoltà: le tensioni con la figlia Joy (Stephanie Hsu), la gestione di un’impresa fallimentare e l’irrigidimento del suo matrimonio.

Un giorno, mentre sta cercando di risolvere delle problematiche fiscali con un auditor (di nome Deirdre), Evelyn si ritrova coinvolta in un’avventura surreale quando un Waymond alternativo, proveniente da un altro universo, le spiega che il multiverso esiste e che lei è la chiave per salvare l’intero multiverso.

Il vero conflitto scaturisce quando Evelyn incontra Jobu Tupaki, un’entità proveniente da un universo alternativo, che è in realtà una versione della sua stessa figlia Joy.
Jobu Tupaki è diventata incredibilmente potente grazie alla capacità di accedere a infinite versioni di sé stessa attraverso il multiverso. Questa versione di Joy è disillusa, nichilista e in grado di manipolare la realtà in modo assurdo e caotico, portando il multiverso al collasso.

Nel corso del film, Evelyn è costretta a confrontarsi con una serie di versioni alternative di sé stessa in mondi paralleli (ognuna con abilità diverse) e a combattere per fermare Jobu Tupaki, che minaccia di distruggere tutto a causa della sua comprensione infinita della realtà.

Tuttavia, mentre Evelyn esplora il multiverso, inizia a scoprire la bellezza e l’importanza della sua vita e dei suoi legami familiari. Si rende conto che la vera chiave per salvare il multiverso non è solo la lotta, ma l’amore, la comprensione e l’accettazione. Evelyn affronta e abbraccia il caos della vita, comprendendo che, nonostante le difficoltà e le frustrazioni, ciò che davvero conta sono i legami umani e le scelte che facciamo.

LA CHIAVE INTERPRETATIVA:

Ci interessa in questo caso la figura della figlia Joy come esempio complesso di trickster.

Cosa si intende per TRICKSTER?

La figura del trickster (ingannatore o burlone) è un archetipo che appare in molte tradizioni culturali e mitologiche, ed è strettamente legata al concetto di joker (giullare) nella cultura popolare. Il trickster è un personaggio complesso che sfida le convenzioni sociali, infrange le regole e destabilizza l’ordine stabilito, ma spesso con una funzione che va oltre il semplice caos: può anche portare alla trasformazione, alla rivelazione di verità nascoste e al cambiamento.

Caratteristiche principali del Trickster/Joker

  1. Infrangitore di regole
    Il trickster è noto per infrangere le norme sociali, culturali o morali. Non si sottomette alle convenzioni e spesso si prende gioco delle autorità o delle strutture di potere. Questo comportamento crea caos, ma anche uno spazio per la riflessione sul perché determinate regole esistano e se siano giuste.
  2. Ambiguità e paradosso
    Il trickster è spesso un personaggio ambiguo, difficile da classificare. Può essere sia un eroe che un cattivo, a seconda della situazione e del punto di vista. È capace di interpretare e manipolare le realtà, creando paradossi e confusione, ma senza mai essere completamente malvagio. La sua dualità può anche servire a rivelare verità più profonde sul mondo e sulle persone.
  3. Astuzia e inganno
    La sua arma principale è l’astuzia: non è fisicamente forte, ma usa il cervello per ingannare, ingannare, e manipolare le situazioni. Spesso è anche un grande imbroglione e burlone, che inganna chiunque lo circondi con scherzi, truffe e giochi mentali.
  4. Trasformazione e cambiamento
    Sebbene il trickster possa creare caos, la sua presenza ha una funzione di catalizzatore per il cambiamento. Le sue azioni portano spesso a una trasformazione o a un’evoluzione della società, delle persone o delle dinamiche sociali. In molte storie mitologiche e leggende, il trickster è anche un portatore di rivelazioni o soluzioni inaspettate.
  5. Umorismo e gioco
    Il trickster usa l’umorismo come strumento per sfidare e smascherare le convenzioni. Con il suo spirito irriverente, ridicolizza i tabù e i preconcetti, e spesso fa delle vittime che si arrabbiano di più con sé stesse che con lui. Il suo comportamento può sembrare superficiale o frivolo, ma è spesso una critica alla rigidità della società.

Ambiente e contesto
Il trickster si manifesta in contesti in cui le regole sono particolarmente strette o oppressive. La sua presenza viene spesso vista come necessaria per “sbloccare” la rigidità delle strutture e portare una nuova prospettiva. In alcuni casi, il trickster può agire come un “antieroe” che mette in discussione i sistemi di valore dominanti.

Esempi di Trickster nella mitologia e cultura popolare

  • Loki (mitologia nordica): Uno dei trickster più famosi, Loki è un dio che incarna l’inganno, la trasformazione e il caos. Spesso antagonista degli altri dèi, agisce per il proprio divertimento e per sfidare le regole divine, ma in molte storie il suo comportamento porta a risultati imprevedibili, che a volte rivelano verità nascoste.
  • Coyote (mitologia dei nativi americani): Il coyote è un trickster ricorrente nelle tradizioni delle popolazioni indigene americane, spesso rappresentato come un animale astuto, che gioca con gli altri esseri della sua comunità e con le leggi naturali.
  • Anansi (mitologia africana): Un altro famoso trickster, Anansi è un ragno che, con astuzia e inganno, riesce a superare i suoi nemici e a guadagnarsi il favore degli altri. È spesso un simbolo di astuzia e perseveranza.

 

Il Ruolo del Trickster nella società e nella psicologia

Il trickster svolge un ruolo fondamentale nell’equilibrio sociale e psicologico, poiché aiuta a sfidare e mettere in discussione le strutture di potere e le norme stabilite, e spesso porta a una rivelazione o ad una crescita. In psicologia junghiana, il trickster può essere visto come un aspetto dell’Ombra dell’individuo, che rappresenta i tratti oscuri o nascosti della psiche, ma anche come un simbolo di trasformazione e di liberazione dalle costrizioni sociali.

In sintesi, la figura del trickster/joker è quella di un personaggio che, pur attraverso l’inganno e la trasgressione, sfida le convenzioni, provoca il cambiamento e costringe le persone a confrontarsi con realtà e verità spesso nascoste o scomode.

PERCHE’ JOY E’ UN TRICKSTER PERFETTO

Joy/Jobu Tupaki è un trickster perfetto perché demolisce le strutture mentali, emotive e narrative per aprire lo spazio di una trasformazione autentica. Non è l’eroe, ma senza di lei l’eroe non si trasforma.

Sovverte ogni regola del multiverso

Jobu Tupaki non si limita a viaggiare tra gli universi: li vive tutti contemporaneamente. È onnipresente, onnipotente e imprevedibile. Questo la rende una figura liminale: non appartiene mai a un solo mondo, ma li attraversa tutti. Come ogni trickster, abita la soglia tra ordine e disordine.

Usa il caos come linguaggio

Joy abbraccia il nonsense: hot dog fingers, raccoon chef, bagel cosmico. Tutti questi elementi assurdi sono strumenti di decostruzione, che il trickster usa per mettere in discussione ogni pretesa di senso o stabilità. In questo modo, smaschera le illusioni del sistema (famiglia, società, logica lineare).

Distrugge per rivelare

Il trickster spesso appare come una forza distruttiva, ma la sua funzione è rivelatrice. Jobu non vuole solo distruggere l’universo con il bagel: vuole che sua madre capisca il vuoto che lei stessa ha contribuito a creare. La distruzione diventa una possibilità di risveglio.

Rivela le ipocrisie dell’identità

Joy è queer, multiforme, e rifiuta le definizioni imposte. Come trickster, sfida le identità fisse e propone una fluidità che è insieme minacciosa e liberatoria. Costringe Evelyn (e noi spettatori) a confrontarsi con la molteplicità dell’essere.

Il trickster non è mai solo comico: è tragico

Dietro l’umorismo e la performance eccentrica, Joy è profondamente sofferente. Questo doppio registro – tra buffoneria e disperazione – è tipico del trickster: ride mentre tutto brucia, ma nel farlo ci invita a guardarci dentro.

RIFERIMENTI:

Michel Foucault. Storia della follia nell’età classica, Rizzoli, Milano 1976
Paul Radin – The Trickster (1956)
Carl Gustav Jung – On the Psychology of the Trickster Figure (1954)
Marie-Louise von Franz – The Trickster in Fairy Tales (1972)
Lewis Hyde – Trickster Makes This World (1998)
Claude Lévi-Strauss – The Structural Study of Myth (1955)

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